mercoledì 20 dicembre 2017

Una poesia che avevo dimenticato di aver scritto....


UNA CHIAVE NEL SILENZIO

In uno sguardo
la confessione,
un confine
oltrepassato,
una chiave
nel silenzio,
un dolore
addormentato.
Si riconosce
il cielo
e la strada
di casa,
si fa vivo
il coraggio
o parla
la paura;
in uno sguardo
la solitudine scurisce
il mondo intero,
in uno sguardo
vive l'amore
imprigionato
che non si riduce
e si fa vero.


Gabriella Stigliano

giovedì 7 dicembre 2017

Scoprendo la poesia di Christina Rossetti....

Poesia di Christina Rossetti
Ricordami
Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.
Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.
 Pure se un po' dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano
tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato.

martedì 5 dicembre 2017

Ancora un talento....

Tratto da una canzone di Colapesce: "Decadenza e panna"

Il muro aspetta le sue crepe
Ci sono io che aspetto te
E quando ti vedo spuntare
Si scioglie la mia verità
Si lo sai la mia vita è decadenza e panna




mercoledì 15 novembre 2017

Una poesia di un anno fa'

NASCERANNO ANCORA UOMINI

Nasceranno
ancora uomini
che aspetteranno oracoli
dietro i sigilli
di un cielo muto,
uomini presenti
nell'assenza di luce,
uomini imperfetti
che perdono i confini.
Nasceranno uomini
per popolare terre
in dissolvenza,
per nutrire di sogni
una realtà non finita.
Nasceranno ancora
uomini
che detteranno leggi
e uomini per ribellarsi
a voce alta
con le mani stanche;
uomini che costruiranno
templi
e altri che faranno guerre.
Nasceranno destini,
invocazioni
e poetiche chimere,
nascerà l'amore
che vivrà nella malinconia
di un autunno
e nel canto di primavere.


Gabriella Stigliano

sabato 16 settembre 2017

Strepitosa LEVANTE....

Canzone di Levante:

ABBI CURA DI TE

Ovunque andrai abbi cura di te, cura dei tuoi guai
Io ti ricorderò tra I miei desideri e I sogni che
La notte porta e il giorno non cancella mai
Un giorno poi abbi cura di me, cura di noi
Per ogni passo che ho fatto per venire fino a te
Per quelli che farei, per quelli che farò
Per non stancarmi mai, mai, mai, mai

E chiamami amore, senza tremare
Saremo anche banali
Ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
Ma che cosa vale vivere tra le paure senza avere mai
Il coraggio di rischiare?
Amore

Difenditi
Il vento soffia, sposta il tempo, il tempo soffierà su te
Per ogni volta che abbasserai lo sguardo
Senza più chiedere perché, chiedere di me
Tu non scordarti mai, mai, mai, mai

E chiamami amore, senza tremare
Saremo anche banali
Ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
Ma che cosa vale vivere tra le paure senza avere mai
Il coraggio di rischiare?
Amore

Segui la parte sinistra, il battito lento, l'istinto che sia.
Segui le orme dorate, I cieli d'argento, non perderti via









giovedì 8 giugno 2017

Alejandro Jodorowsky



 POCO A POCO

Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile



Alejandro Jodorowsky  


venerdì 2 giugno 2017

Avventure interiori


NELL'INDEFINITO

Una parte di me
vive nell’indefinito,
in uno spazio
in cui trasmigra l’anima
per dimenticare
il suo peso.
Floridi sogni,
figli di un mistico
silenzio,
chiedono
di non trovare lacrime
quando cadranno
dal loro mutevole
cielo,
lasciandomi
guardare
ancora le stelle,
mentre continua
il mio respiro.



Gabriella Stigliano

domenica 28 maggio 2017

Immaginando...



SCENOGRAFIE DI CARTA

Scenografie di carta
si reggono
ai miei polsi stanchi,
in cui fluisce
un fuoco ancestrale,
una passione
che non vuole finire,
un sogno d'amore
che ritorna
a farmi male.
Scenografie di carta
per disegnare altre strade
ed il proprio reame,
per non vedere
il pianto del reale,
per essere guardate
prima di sapere.




Gabriella Stigliano

giovedì 25 maggio 2017

martedì 23 maggio 2017

L'anima che si rivela



"Dopo aver pianto, negli occhi rimane la seta dell'anima che riveste d'amore il suo cammino"


                                                                                                        Gabriella Stigliano


martedì 16 maggio 2017

Poesia per trovare luce nell' ombra...


DISPERSA

Dispersa
nei riflessi
di cieli remoti,
guardo
le mie certezze
cadere
ed i sogni
scivolarmi
dagli occhi,
guardo
la vita
che passa
eloquente
e le ferite
silenti,
guardo
il confine
che ho davanti
ed io dispersa
nell'amore
infranto.

                 
          Gabriella Stigliano

 P.S. Inserita nell'antologia dei "Nuovi Poeti Ermetici" 2017

domenica 14 maggio 2017

Poesia di Francis Ponge

La candela

La notte a volte ravviva
una pianta singolare 
il cui bagliore scompone 
le camere ammobiliate
in cespugli d’ombra.
La sua foglia d’ora 

si regge impassibile nel cavo 
di una colonnetta di alabastro,
attraverso un peduncolo 
nerissimo.
Le farfalle povere la assalgono 

preferendola alla luna
troppo alta,
che vaporizza i boschi. 
Ma subito bruciate 
o sfinite bella battaglia, 
tutte fremono sull’orlo 
di una frenesia vicina 
allo stupore.
Intanto la candela, 

con il vacillare dei chiarori 
sul libro nel brusco sprigionarsi 
dei fumi originari, 
incoraggia il lettore
– poi si inclina sul suo piatto, 
e affoga nel suo alimento.

Totò Poeta

STU CORE ANALFABETA

Stu core analfabeta
te lle purtato a scola
e se mparato a scrivere,
e se mparato a lleggere
sultanto 'na parola
Ammore e niente cchiù .

Ammore,
ammore mio si tu,femmena amata.
Passione,
passione ca sta vita daie calore.
Quanno te vaso a vocca avvullutata,
chistu velluto m'accarezza 'o core,
stu core,
ca tu pa' mano lle purtato a scola,
e se mparato a scrivere,
e se mparato a leggere...
Ammore e niente cchiù; .

Stu core analfabeta
mo soffre e se ne more
penzanno ca si femmena
e te putesse perdere
e perdere ll'ammore
ca lle mparato tu.

Giuremo ancora ca tu si dda mia
primma che me ne moro 'e gelusia.
Passione,
suspira 'o core mio femmena amata,
tu lle mparato a scrivere,
tu lle mparato a leggere...
Ammore e niente cchiù .


                         Antonio De Curtis (l'altra faccia di Totò)

sabato 6 maggio 2017

Un passeggero incanto.....

"Dopo notti di visioni e comete, ho le mani vuote al risveglio"


                                                        Gabriella Stigliano




"Un passeggero incanto"


                 Gabriella Stigliano

domenica 23 aprile 2017

Un saluto

Congiungo il mio cuore e il mio pensiero ad una cara zia che ci ha lasciato, una donna che illuminava semplicemente sorridendo e portava arcobaleni dovunque andava. Ti saluto con tutto l'affetto e spero che dall'alto avremo su di noi il tuo sguardo. Ciao

sabato 15 aprile 2017

Ricordo "Musica è"......una delle più emozionanti di Ramazzotti

  MUSICA E'

Musica è
guardare più lontano e perdersi in se stessi
la luce che rinasce e coglierne i riflessi
su pianure azzurre si aprono
su più si i miei pensieri spaziano
ed io mi accorgo che
che tutto intorno a me, a te
musica è
la danza regolare di tutti i tuoi respiri su di me
la festa dei tuoi occhi appena mi sorridi
tu e il suono delle labbra tue
tu sempre di più
quell'armonia raggiunta in due
ti ascolterò perché
sei musica per me, per me
musica è...
musica è...
io sento ancora
le voci della strada dove son nato
mia madre quante volte mi avrà chiamato
ma era più forte il grido di libertà
e sotto il sole
che fulmina i cortili
le corse polverose dei bambini
che di giocare non la smettono più
io sento ancora cantare in dialetto
le ninne nanne di pioggia sul tetto
tutto questo per me
questo dolce arpeggiare
è musica da ricordare
è dentro di me... fa parte di me... cammina con me
è
musica è
l'amico che ti parla
quando ti senti solo
sai che una mano puoi trovarla
è
musica è
da conservare, da salvare insieme a te
senti
più siamo in tanti e più in alto sale
un coro in lingua universale
dice che dice che
anche del cielo han bucato la pelle
lo senti
è l'urlo delle stelle
forse cambierà
nella testa della gente
la mentalità
di chi ascolta ma non sente
prima che il silenzio
scenda su ogni cosa
quel silenzio grande
dopo l'aria esplosa
perché un mondo senza musica
non si può neanche immaginare
perché ogni cuore anche il più piccolo
è un battito di vita e d'amore
che
musica è


mercoledì 12 aprile 2017

In finale...


COME UN VIOLINO

Come una piuma
nel vento,
una fiaba sussurrata
nella notte,
un cielo visto
dal riflesso
di uno specchio
di una stanza
vissuta e respirata,
ma nascosta
nell'incostanza.
Come un violino
in un angolo buio,
che sogna
un assolo
sulla scena in luce
del mondo,
come una luna lontana
che strega
e cambia le maree,
così una donna
sa misteriosamente
essere,
aspettando il silenzio
che profetizza
l'amore.


                            Gabriella Stigliano


martedì 11 aprile 2017

La nostalgia......etimlogicamente sarebbe il dolore del luogo del ritorno....

Nostalgia, di  Giuseppe Ungaretti

Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa

Su Parigi s’addensa
un oscuro colore
di pianto

In un canto
di ponte
contemplo
l’illimitato silenzio
di una ragazza
tenue

Le nostre
malattie
si fondono

E come portati via
si rimane.

domenica 2 aprile 2017

Una canzone di Irene Grandi....per continuare ad "essere"

UN VENTO SENZA NOME

Il vento oggi ha portato con sé
Un racconto che parla di te
Da quel giorno
Che il cielo era viola
Che eri seduta lì
Non sei più tornata
Sei stata di parola
Non ti sei fermata
Con il vento sei andata
Via da te
Via da qui
Via da tutto quello che

Intanto molto lontano da qui
Io ti vedo, ora sorridi così
Hai lasciato
E ti chiedi chi hai amato

Non sei più tornata
Sei stata di parola
Non ti sei voltata
Con il vento sei andata
Via da te
Via da qui
Via dalla notte infinita
Ed una mattina sei uscita
Non sei più tornata
Sei stata di parola
Non ti sei fermata
Con il vento sei volata via da quel che non è giusto
Questo vento non avrà padrone, non avrà governo
Questo vento senza nome attraverserà l'inverno

Via da te
Via da qui
Via dalla notte infinita
Ed una mattina che sei uscita
E sei volata via
Nel vento

domenica 19 marzo 2017

Tra me e me


"Vivevo nell'errore, ma sembrava che proprio nell'errore mi si presentava la vita"

                                             Gabriella Stigliano



"Può essere che il tempo abbia parlato troppo, ma io non ho ascoltato"

                                               Gabriella Stigliano                                     

sabato 18 marzo 2017

Poesia di Paul Eduard


TI GUARDO E IL SOLE CRESCE

Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte

Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore

E' l'inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti

Un corpo per sognare al di fuori del tuo sonno
                                                                            

                                             Paul Eluard

Lord Byron ed il suo poetare

Duplice è la nostra vita: il sonno ha il suo proprio mondo
un confine tra le cose chiamate impropriamente
morte e esistenza: il Sonno ha il proprio mondo,
e un vasto reame di sfrenata realtà;
e nel loro svolgersi i sogni hanno respiro,
e lacrime e tormenti e sfiorano la gioia;
lasciano un peso sui nostri pensieri da svegli,
tolgono un peso dalle nostre fatiche da svegli,
dividono il nostro essere; diventano
parte di noi stessi e del tempo,
e sembrano gli araldi dell'eternità;
passano come fantasmi del passato, parlano
come Sibille dell'avvenire; hanno potere-
la tirannia del piacere e del dolore;
ci rendono ciò che non fummo, secondo il loro volere,
e ci scuotono con dissolte visioni,
col terrore di svanite ombre. Ma sono veramente così?
Non è forse tutto un'ombra il passato? Cosa sono?
Creazioni della mente? La mente sa creare
sostanza, e popolari pianeti, di sua fattura,
di esseri più splendenti di quelli mai esistiti,
e dare
respiro e forma che sopravvivono alla carne.
Lord George Gordon Byron (da "Il Sogno")

venerdì 17 marzo 2017

Due poesie di Kavafis


 LA CITTA'

Hai detto: "Per altre terre andrò, per altro mare.
Altra città, più amabile di questa, dove
ogni mio sforzo è votato al fallimento,
dove il mio cuore come un morto sta sepolto,
ci sarà pure. Fino a quando patirò questa mia inerzia?
Dei lunghi anni, se mi guardo attorno,
della mia vita consumata qui, non vedo
che nere macerie e solitudine e rovina".

Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove, non sperare,
non c'è nave non c'è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l'hai sciupata su tutta la terra.



                                                              C. KAVAFIS

Ore di malinconia

Chi è felice profana la Natura. La terra è il santuario del dolore. Pianto di pena ignota stilla l’alba; le sere orfane, pallide, afflitte; l’anima eletta leva un canto triste.
Odo sospiri nei venti di ponente. Scorgo rimpianto nelle viole. Avverto la vita dolente della rosa, i prati colmi di misteriosa pena; nel folto bosco un gemito risuona.
Gli uomini onorano chi è felice, e lo celebrano gli pseudopoeti. Ma la Natura tiene le porte chiuse a chi crudele e indifferente ride, ride straniero in patria sventurata.

                                                                 C. KAVAFIS

giovedì 16 marzo 2017

Una poesia di Z. Herbert. ... alzati e va’ finché il sangue nel petto rivolgerà la tua scura stella....

Il sermone del signor Cogito

Va’ dove andaron quelli fino all’oscura meta
cercando il vello d’oro del nulla – tuo ultimo premio

va’ fiero tra quelli che stanno inginocchiati
tra spalle voltate e nella polvere abbattute

non per vivere ti sei salvato
hai poco tempo devi testimoniare

abbi coraggio quando il senno delude abbi coraggio
in fin dei conti questo solo è importante

e la tua Rabbia impotente sia come il mare
ogni volta che udrai la voce degli oppressi e dei frustati

non ti abbandoni tuo fratello lo Sdegno
per le spie i boia e i vili – essi vinceranno
sulla tua bara con sollievo getteranno una zolla
e il tarlo descriverà la tua vita allineata
e non perdonare invero non è in tuo potere
perdonare in nome di quelli traditi all’alba

ma guardati dall’inutile orgoglio
osserva allo specchio la tua faccia da pagliaccio
ripeti: m’hanno chiamato – non credo ch’io sia il migliore

fuggi l’aridità del cuore ama la fonte mattutina
l’uccello dal nome ignoto la quercia d’inverno
la luce sul muro il fulgore del cielo

ad essi non serve il tuo caldo respiro
son solo per dirti: nessuno ti consolerà

bada – quando la luna sui monti darà il segnale – alzati e va’
finché il sangue nel petto rivolgerà la tua scura stella

ripeti gli antichi scongiuri dell’uomo fiabe e leggende
raggiungerai così quel bene che non raggiungerai

ripeti solenni parole ripetile con tenacia
come quelli che andaron nel deserto perendo nella sabbia

e ti premieranno per questo come altrimenti non possono
con la sferza della beffa con la morte nel letamaio

va’ perché solo così sarai ammesso tra quei gelidi teschi
nel manipolo dei tuoi avi: Ghilgamesh, Ettore, Rolando
che difendono un regno sconfinato e città di ceneri
sii fedele va’
                 

martedì 14 marzo 2017

Scrivere può essere come respirare....



"Scrivo per non dimenticare parole che vanno controcorrente, mentre io resto in silenzio davanti al tuo ricordo".

                                                              Gabriella Stigliano





Un libro da amare, uno scrittore pure...

Qualche anno fa ho letto un  libro che mi ha fatto ascoltare gli echi dell'anima, che si riscopre dentro il coraggio e le fragilità di altre storie, di altre anime.
Il libro s'intitola "COSE CHE NESSUNO SA" scritto da Alessandro D'Avenia....un uomo sapiente d'amore, uno scrittore che conosce il fascino delle parole.
Suggerisco questa lettura!!!


                                                         Alessandro D'Avenia