La candela
La notte a volte ravviva
una pianta
singolare
il cui bagliore scompone
le camere ammobiliate
in cespugli
d’ombra.
La sua foglia d’ora
si regge impassibile nel cavo
di
una colonnetta di alabastro,
attraverso un peduncolo
nerissimo.
Le
farfalle povere la assalgono
preferendola alla luna
troppo alta,
che
vaporizza i boschi.
Ma subito bruciate
o sfinite bella battaglia,
tutte fremono sull’orlo
di una frenesia vicina
allo
stupore.
Intanto la candela,
con il vacillare dei chiarori
sul
libro nel brusco sprigionarsi
dei fumi originari,
incoraggia il
lettore
– poi si inclina sul suo piatto,
e affoga nel suo alimento.
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